Da San Vito lo Capo a Trapani passando per Erice e ancora Marsala, Sciacca, Agrigento e Palermo fino alla sorprendente rivelazione dell'isola nell'isola: Favignana.
Sono giorni che penso a come impostare il diario di questo viaggio. Sicuramente avrò bisogno di diversi post per raccontare al meglio ogni singola esperienza e con tutta probabilità leggerete della Sicilia fino a Natale (suona come una minaccia) ma ogni luogo, ogni mare, ogni esperienza vissuta meritano il giusto spazio.
E l'onore di aprire questa lunga parentesi sicula spetta al cibo. Ebbene sì, non si può dire di conoscere veramente un popolo, una terra e una cultura senza aver assaggiato ogni piatto che la rappresenta. La Sicilia è una regione ad alto tasso di tipicità, sembra infatti che ad ogni città sia associato un particolare prodotto: dai pomodorini di Pachino ai Pistacchi di Bronte, dalle mandorle di Avola al cioccolato Modica e ancora le Arance di Ribera, il gambero rosso di Mazara del Vallo; dai capperi e il passito di Pantelleria dall'aglio rosso di Nubia fino al sale artigianale di Trapani per concludere con il più famoso Marsala che prende il nome dall'omonima città e molti altri ancora.
Un patrimonio enogastronomico che si affianca ai piatti della tradizione, dolci e salati; una vera tentazione da mangiare prima con gli occhi e da gustare fino all'ultimo respiro in una sorta di estasi culinaria che ti lascia così, senza parole e in armonia con resto del mondo.
Anche se oggi è il lunedì de La ricetta del lunedì non vi parlerò di questo e ma mi limiterò a mostrarvi alcuni dei piatti migliori che ho avuto la fortuna di assaggiare nei giorni scorsi, con buona pace dell'invidia e con la promessa che presto li replicheremo insieme.
Partiamo dai dolci e ancor prima dalla colazione. Oltre ai classici cornetti, qui serviti ripieni di crema al pistacchio (una goduria), ci sono le brioches da mangiare accompagnati alla granita alla mandorla, fresca e cremosa, o con il gelato. Non puoi dire di essere stato in Sicilia se non hai assaggiato almeno una volta il classico cannolo e la cassata con pasta di mandorle e ricotta. Un altro tipo di cannolo paradisiaco che ho avuto il piacere di provare è quello di Agrigento, non fritto ma cotto al forno e coperto di mandorle che, tanto era buono, mi sono dimenticata di fotografarlo prima di divorarlo. E come dimenticare le spremute fresche ad ogni angolo della strada.
Il pesce ha fatto da padrone nei pranzi e nelle cene di tutti i giorni. Complice il fatto che non amo mangiare carne e in un'isola il pesce è sempre fresco, con quel sapore genuino che crea dipendenza, non ho saputo resistere e ho provato ogni cosa: ravioli ripieni di cernia all'arancia su pesto di pistacchio, busiata alla trapanese e cous cous alla trapanese (per questo piatto a settembre viene organizzato un festival a San Vito lo Capo, presto li replicheremo qui sul blog). E ancora involtini di pesce spada agli agrumi, seppie ripiene, crudo di pesce freschissimo, insalata di mare e tartare di tonno: il mare in bocca.
La Sicilia è famosa in tutto il mondo non solo per i dolci o piatti come la pasta alla norma e la caponata ma soprattutto per lo street food. Altro che America, il vero cibo di strada lo abbiamo inventato noi. Arancini al ragù, pane e panelle, sfincione, cuoppo fritto (cono di carta contenente pesce o patate fritte) e panino con la milza. Io quest'ultimo non sono proprio riuscita a mangiarlo. Ero a Palermo da Franco U'Vestiddaru, dove preparano il panino con la milza più buono della città, convinta di potercela fare ma invece il pensiero di quello che conteneva ha vinto sulla mia voglia di assaggiare la Sicilia più vera. Vorrà dire che presto tornerò, io e questa terra abbiamo un pasto in sospeso!
PH Love.Life.Lunch. 2016 tutti i diritti riservati
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