Non c'è posto al mondo che io ami di più della cucina.
Non importa dove si trova, com'è fatta: purché sia una cucina,
un posto dove si fa da mangiare, io sto bene.
Mai frase fu più vera, almeno per me, che in cucina passo tutte le mie giornate.
In cucina lavoro, ricevo gli amici, mi rilasso, prendo appunti e studio nuove ricette per il blog.
Quello per Banana Yoshimoto è stato amore alla prima lettura e il primo libro dell'autrice che ho letto è stata proprio Kitchen, un breve ma intenso racconto (146 pagine) in cui si percepisce fin da subito il grande amore per la cucina, questo luogo sacro e sicuro in cui Mikage, la protagonista, si rifugia per ritrovare se stessa.
Chi conosce Banana sa che ha una scrittura molto fluida, fatta di frasi brevi e pulite ma nello stesso tempo è molto malinconica; i temi trattati nella maggior parte dei suoi romanzi sono forti e dolorosi. Leggere un libro di Banana Yoshimoto è come affrontare ogni volta un viaggio introspettivo alla ricerca delle nostre radici e io la amo profondamente anche per questo.
Anche in Kitchen la protagonista dovrà affrontare il tema della morte e della solitudine e lo farò ritrovandosi nella cucina di una nuova famiglia che la accoglierà facendole sentire tutto il suo calore e il suo affetto; perchè la cucina è sinonimo di famiglia e di calore da sempre per tutte le culture.
Questo è un libro che sa parlare dritto al cuore, che sa curare le ferite (come succederà anche alla protagonista ndr) e che sa riscaldare come una zuppa di Ramen in una giornata di pioggia.
In Kitchen Banana Yoshimoto affronta un argomento molto difficile come la perdita di una persona cara e nonostante la malinconia, la tristezza e quella sensazione di vuoto che resta immancabilmente dopo ogni lutto, la scrittrice ci fa capire attraverso Mikage che è possibile continuare a vivere ed essere felici per il semplice fatto che si decide di esserlo veramente. Tutto dipende da noi.
Quarta di copertina
"Non c'è posto al mondo che io ami più della cucina..." Così comincia il romanzo di Banana Yoshimoto, Kitchen pubblicato con grande successo in Italia in prima traduzione mondiale da Feltrinelli nel 1991.
E' un romanzo sulla solitudine giovanile. Le cucine nuovissime e luccicanti o vecchie e vissute, che riempiono i sogni della protagonista Mikage, rimasta sola al mondo dopo la morte della nonna, rappresentano il calore di una famiglia sempre desiderata. Ma la grande trovata di Banana è che la famiglia si possa, non solo scegliere, ma inventare. Così il padre del giovane amico della protagonista Yuichi può diventare o rivelarsi madre e Mikage può eleggerli come propria famiglia, in un crescendo tragicomico di ambiguità. Con questo romanzo, e il breve racconto che lo chiude, Banana Yoshimoto si è imposta all'attenzione del pubblico italiano mostrando un'immagine del Giappone completamente sconosciuta agli occidentali, con un linguaggio assai fresco e originale che vuole essere una rielaborazione letteraria dello stile dei fumetti manga.
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